domenica 11 giugno 2023

Estratto dal mio romanzo "Uccidere"

 (...)

-Io Matteo l’ho conosciuto all' Inferno”, no, non quello “vero”, magari...! Commissà, secondo lei quello vero è più marcio e affollato di quel fottuto Night Club? Mah... Non ne so molto di 'sto Matteo Di Giorgio, stava là quasi tutte le notti... Lui mi ha presentato Roberta: non c'è che dire...una gran figa! E in tanti anni di “onesta carriera” nessuno mi ha mai commissionato un lavoro con tanta... “eleganza” e precisione come lei: pareva che avesse studiato tutto da anni e pareva n'angelo ferma ferma su quello sgabello, con quelle gambe lunghe lunghe accavallate. Me la sarei bevuta come 'na Coca Cola e sarebbe stato bello morì soffocato in mezzo a tutti quei capelli. Batteva sul bancone certe unghie che parevano artigli: sapeva bene chi ero e cosa voleva. Voleva me. Io non lo sapevo che voleva lei da me. La voce ubriaca, ma l'alito non puzzava manco un po'. Certo le cose non sono proprio mai come sembrano... Non era così glaciale come il suo completino voleva far credere. Gli occhi spersi chissà dove, le mani bagnate, giocherellava con quel maledetto bracciale, un bracciale pesante che luccicava e ti cecava pure dentro a quel buco buio. Mia sorella ne aveva uno così da piccola; quando giocavamo a nascondino, io la trovavo sempre: pure se lei si nascondeva bene, la luce di quel bracciale non ci riusciva mai.

(...)