"Specie quando piove"
Chissà perché
specie quando piove
penso a te
Gigante buono
ma non con me,
a come cade la pioggia
sulle tue spalle un po' curve...
vorrei portarti un ombrello
e ripararti non solo dalla pioggia
e stracciarti un sorriso.
🤡 "Pagliacci"
Forse abbiamo davvero
smesso di vivere insieme;
tu non respiri
ma in fondo anche io
non riesco più a far battere
i miei di... respiri;
i tuoi sorrisi seppelliti,
i miei marciti sotto lacrime,
sudore e sangue
e io cammino è vero
e tu no
però me ne vado in giro
con la forza, l'imponenza
e la luce
di una sagoma di carta
sotto un nubifragio.
Giulietta e Romeo
insieme:
tu non ci sei più
e io vivo morendo
e muoio vivendo.
" Raticci"
Raticci rincorsa
su per le scale di ferro
roventi,
che odora di gomma
passeggiata da piccoli piedi nudi
scalpitanti
fra castelli di sabbia, bagni e
formine.
Raticci rossa e nera
che si appoggia sulla riva,
che sfiora le onde,
che impera sugli scogli,
che nasconde fantasia.
Raticci sa già
che prima o poi un acquazzone
farà volare via
gli ombrellini dai gelati,
ingoierà le gomme fruttate,
le Coca-Cola ghiacciate,
le patatine.
E Raticci ora è lontana negli anni
vicina
alle giornate fatte di sole e di giochi
che non pensavano,
che non pensavano che certi acquazzoni
portassero via per sempre
quasi tutti gli aquiloni.
Quel giorno bastava
la plastica al tatto,
una sacca dei giochi del mare,
cercare sotto la sabbia l’acqua
e non il tuo cappello.
Cercavo e riconoscevo
l’amore, il cuscino.
Pezzi di odori,
briciole di ieri
piluccato nel contorno.
Vedo volti per la prima volta
e rincorro l’idea che tanto,
comunque,
spariranno anche loro
nella mia sabbia.
Tum tum, tum tum...
cresce il battito,
le tempie calde:
isterie di un litigio
ma poi la rabbia si pettina
e pensa “chissenefrega”;
così prendo il telefono
per parlarti
e realizzo che non posso
e l'impotenza mi ghiaccia
e poi mi sveglio.
"Vorrei ma non sono"
Quando è entrata,
non me ne sono accorta:
certo, l'aspettavo.
Abbiamo fatto
quello che dovevamo
e poi,
all'improvviso,
la vita
se n'è andata,
con lui;
sarebbe stato meglio
se non fosse
mai passata.
I tuoi occhi
erano
il cielo rosa e tiepido
dopo un acquazzone,
i tuoi occhi
erano una trappola,
i tuoi occhi
erano domenica,
i tuoi occhi erano
la strada,
i tuoi occhi
erano una buca,
i tuoi occhi
erano,
sono
il mio atomo,
“quest'atomo opaco
del male”.
Singhiozza il cammino
il mite soldatino,
si specchia davanti forte, gagliardo,
dietro bulloni e piombo codardo.
Sono suoni sbadati, tremanti
le parole importanti,
in un cuore d'ottone si fissano attonite
parole d'amore.
Fra due sentieri, in battaglia,
ogni volta in entrambi,
così non sbaglia.
Il Dolore
è un semplice
oggetto,
l'unico che
non perdo
mai,
l'unico che
porto
sempre
con me;
cambia
forma,
colore,
volume...
ma
non c'è
medicina,
parola o
tocco
che possa
scioglierlo.
Il gioco del se fossi
Il finale
A mani vuote
Maledetti ricordi
Fuffa
Domenica
O9 2004
B.P.
I sogni morti...