Le mie Tesi di Laurea


Gli occhi di Pablo

Argomento della Tesi di Laurea in Lettere:
...È del 1947 Il Compagno, l’opera con cui Pavese tenta comunque di inserirsi nel nuovo orizzonte culturale, presentando un protagonista, Pablo,totalmente scisso fra due strade, due sguardi: quello dell’inetto e quello di un uomo che ha maturato coscienza politica, voglia di scoprirsi alla vita. Pavese sottolinea la difficoltà ad entrare in contatto attivo con la realtà, esplica l’impossibilità di avere un autentico approccio realistico alla vita. E, infatti, con Pavese non si può parlare di Neorealismo come riconsiderazione del Realismo o Naturalismo del secondo Ottocento perché presenta da subito, nei suoi romanzi,un problema ben preciso: quello della solitudine dell’uomo.




LA FEBBRE

Argomento della Tesi di Laurea in Filologia Moderna:

È la notte del 26 Agosto 1950, siamo al terzo piano, nella camera 49 dell’albergo “Roma” di Torino, sotto i portici di Piazza Carlo Felice:
Cesare Pavese si suicida con il sonnifero.
Nella piccola stanza Pavese trova il posto per un ultimo messaggio ai “posteri”:

Perdono a tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi, Cesare Pavese”.

Ma quando Cesare Pavese aveva iniziato a sentire il peso dell’esistenza, la voragine della solitudine e del dolore squarciargli l’anima e convincerlo che l’unica cosa che potesse far tacere il suo malessere era il suicidio? Lo spettro della morte viveva da tanto, da troppo tempo con lui: la sua era una febbre, una “febbre suicida” cresciuta con gli anni. Una febbre che sale e scende durante la sua vita, si agita fra euforia e inquietudine, inettitudine e dinamismo sfrenato nell’arco di una stessa settimana, ripete la sua altalena in uno stesso giorno, in una stessa ora. Le opere che Pavese compone vivono con lui, parlano di lui, sono lui stesso e rileggerle più attentamente può forse farci rintracciare l’inizio di quella malattia che lo aveva travolto e ucciso.