Svegliarsi
nei giorni
di
qualcun’ altro,
con
in mano un’agenda
sconosciuta,
tra
le lenzuola di un letto
stanco
di essere stanco,
in
mezzo ad amici
che
sanno essere solo vanitosi,
camminare
su
volti
spigolosi
e
guardarsi allo specchio
senza
riconoscersi:
tra
i capelli
bianche
delusioni,
sul
viso solchi viola
di
dolore,
per
tutto il corpo
il
peso del segno
di
miliardi
di
indelebili
e
inestinguibili
cicatrici.