La Principessa di Cristallo
C'era una volta una fragilissima
Principessa che abitava in un regno di cristallo. La sua vita poteva sembrare
limpida come una goccia di rugiada al guardarla da lontano, ma da lontano
lontano, perché chi abita dove tutto è di cristallo non può piangere che quello
e, allora, dal di fuori vedi la luce, ma dal di dentro, se ti scappa di
piangere, vedi solo il buio perché i cristalli ti chiudono gli occhi.
Un giorno alla Principessa di
cristallo parve di vedere la luce... parve... Da lontano vide le mura della sua
città venire audacemente scavalcate da un Soldatino Di Piombo senza un perché.
E senza un perché lo vide arrancare lungo il sentiero che conduceva dritto a
lei. La Principessa prese a sorridergli timidamente. Il Soldatino le sorrideva
sicuro. Ma, si sa, è arduo e faticoso per un Soldatino Di Piombo il cammino in
un regno di cristallo! Così, senza un perché, dopo aver infranto il suo
sentiero col suo passo di piombo, il Soldatino infranse pure il suo sorriso e
voltò le spalle alla Principessa che se ne restò lì con lo sguardo congelato
dalle sue stesse lacrime...
La Principessa di Cristallo sapeva di non dover
piangere perché le sue lacrime sarebbero state certo anch'esse di cristallo e
le avrebbero pertanto serrato gli occhi impedendole di vedere, impedendole di
guardare...cosa?
-Non devo piangere- si ripeteva la delicata
Principessa, -Non devo piangere o non potrò più vedere...cosa?
La principessa se ne stette lì immobile a pensare
tanto tempo, tutto il tempo di cristallo che aveva a disposizione, che cosa
avrebbe rimpianto, che cosa sarebbe mancato ai suoi occhi: le solite colline di
cristallo? I più che noti palazzi di cristallo? Le strade vacillanti? Le piogge
dirompenti o il sole che come la pioggia aveva sempre un effetto distruttivo in
quel regno? O forse...le sarebbero mancati i gelidi abitanti del Regno di
Cristallo con i loro cuori rigidi e le loro parole pungenti? Le sarebbero
mancati...?
Allora la Principessa di Cristallo iniziò a
piangere, a piangere, a piangere... Dapprima le sue lacrime di cristallo
oscurarono le colline lontane, poi i palazzi, le strade, la terra che aveva
sotto i piedi, la ghiaia su cui si sedette con il buio negli occhi e la
tristezza nel cuore.
(di Barbara Presicce) (Diritti riservati)