martedì 28 febbraio 2023

👼

Mandami un Angelo, un amico per riuscire a capire perché non voli più e perché nemmeno io ci trovo un senso. Al "non volare" intendo. 

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lunedì 27 febbraio 2023

👾

Il genere umano mi ha deluso, proviamo con gli Extraterrestri...👾

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domenica 26 febbraio 2023

"Afa rovente...Pier", prima bozza dal mio romanzo "La vedova"

 CAPITOLO DODICESIMO (DOPO)

Afa rovente

L'ultima estate è stata molto calda, sono dimagrita parecchio (insieme alla mia anima...?): camminavo tanto per le lezioni e per non pensare, a volte mi sorprendeva qualche potente acquazzone per strada ma non volevo stare a casa, non ci sto più volentieri; spero di incontrare qualcosa e qualcuno che mi aiutino a volare di nuovo, spero di respirare di più all'aria aperta ma mi abituo solo a stare da sola. Ho capito che questo sarà il mio destino. Pazienza. Mi arrendo. Alzo le mani.

Il mare, le passeggiate: non so guardare gli uomini per ottenere quello che voglio, magari, più semplicemente, loro non mi vogliono... ho provato persino a conoscere un tipo su Faceboook, a fare cioè una cosa contraria a tutti quelli che credevo essere i miei principi o i miei limiti... chiamateli un po' come vi pare! E mi sono pure presa una bella “botta”: ho conosciuto un musicista, un artista ancora più talentuoso di quello che crede, decisamente affascinante sotto ogni punto di vista ma, probabilmente, le mie insicurezze erano troppo insopportabili per lui, il mondo virtuale così inafferrabile per me, talmente incerto e lui di sicuro non aveva tempo e voglia di aggiustare me, giocattolo rotto e instabile. Giustamente. E ci ha provato pure troppe volte... è stato straordinario e spesso ho provato a dirgli quanto mi abbia aiutato, con la sua musica e la sua presenza, seppure virtuale, a riprendere in mano voglia e passione... Lui non lo saprà mai fino in fondo e forse se glielo dicessi non ci crederebbe o mi zittirebbe, però grazie a lui, pensando che forse avrei davvero potuto ricominciare una vita, ho ripreso a fare tantissime cose che avevo lasciato in sospeso: ho risistemato casa mia, ci sto tornando con più frequenza e, anche se è triste starci sola ho capito che è quello che devo fare; ho aggiornato documenti e burocrazie fastidiose, ho fatto il mio primo viaggio all'estero dopo tanti tanti anni e non mi sono arresa di fronte a quelle file e a quegli inconvenienti che, fino a poco tempo fa, mi avrebbero congelata e immobilizzata. Sì, rispetto all'anno scorso ho fatto tanti passi e sento di dirti che il merito è anche tuo Pier, anche se non te ne frega niente o magari non ci credi e lo so che ti farà vomitare questa cosa per la sua sdolcinatezza ma, dovunque tu sia e ahimè, con chiunque tu sia, io spero che “tu stia bene”, nel senso più puro e forte dell'espressione spesso abusata e mi piace pensare che tu sorrida il più possibile, che sia soddisfatto e, ovviamente, mi sarebbe piaciuto essere la fonte dei tuoi sorrisi ma, la cosa più importante, è sapere che tu stia... bene. E non dico altro, ma tu lo sai qual è il "Nostro Altro" a cui alludo... Lo spero. Spero anche io di starci un po' bene per quanto, al momento, sono così stanca e sfiduciata e ho solo nelle orecchie la canzone di Vasco:


"Sally cammina per la strada senza nemmeno guardare per terra,

Sally è una donna che non ha più voglia di fare la guerra..."








🖤M. C.

🖤Nelle case in cui si perde una persona, il silenzio non smette mai di borbottare.

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sabato 25 febbraio 2023

😏

😏Nessuno sa più quello che vuole.

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venerdì 24 febbraio 2023

🧤

🧤Niente e tutto non sono compagni.

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giovedì 23 febbraio 2023

🪐

 🪐Torno ad avere bisogno di realtà.

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mercoledì 22 febbraio 2023

📽️

📽️Non vi sentite mai come dentro ad uno dei film Docu di Rai3 in cui la vostra vita scorre lenta e osservata?

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🕰️

🕰️Ci abituiamo a tutto e ce ne stanchiamo ma quando lo perdiamo... ci manca.

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martedì 21 febbraio 2023

lunedì 20 febbraio 2023

✍️

 ✍️🎶Ispirare è... colossale.

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domenica 19 febbraio 2023

Estratto dal mio romanzo "Uccidere"

 (...)

17 Febbraio, mercoledì


Conosco Matteo da quindici anni ormai e non mi ha mai delusa. È uno di quelli che rimangono costantemente coerenti, per tutta la vita, alla loro incoerenza. È sempre stato così Matteo…dal liceo! È un bambino di trent’anni “troppo” per ogni situazione: troppo affascinante per sposarsi, troppo intelligente per studiare, troppo dolce per non essere ferito quasi ogni giorno, troppo perspicace per trovarsi uno di quegli impieghi da milioni all’anno, fama e tanti amici opportunisti(anche quelli “all’anno”). Matteo è sempre stato troppo per tutto. Anche per me. Pure a scuola era così: lui è troppo certo delle sue qualità e della sua intelligenza che sa di riuscire a fare ogni cosa al mondo…ma forse così è troppo facile. Lui e Vasco, in fondo, l’hanno sempre cercata quella “Vita spericolata”…Oppure Matteo ha solo paura di riuscire e dimostrare a tutti quelli che gli danno addosso che lui è davvero capace di volare in alto, dove loro non sono mai stati e non arriveranno mai e magari non sanno neanche che si può arrivare così in alto! Matteo sì, forse ha paura di ottenere quello che può troppo facilmente avere. Se l’ottenesse, verrebbe risucchiato da quel meccanismo che odia: diventerebbe un adulto, non sarebbe più un bambino e solo i bambini hanno il suo entusiasmo, la sua dolcezza. Soltanto i bambini lottano per ciò che vogliono. Solo i bambini sorridono con l’anima. Se Matteo crescesse avrebbe paura di quel mondo di adulti come, d’altronde, ce l’hanno tutti i bambini. Anch’io ho paura. Ma per me è diverso…io ho paura che Matteo cresca e ogni volta che devo rivederlo sto attenta a leggere i suoi occhi, ad abbracciare il suo sorriso ingenuo uguale a quello che aveva la mattina in classe, uguale a quello che vide sua madre la prima volta che lo strinse a sé quando, per la prima volta, Matteo illuminò il suo pezzetto di universo con la sua luce strana. Non lo vedo spesso. In quindici anni ci saremmo incontrati non più di venti volte: lui è lontano per quel suo cavolo di lavoro che adora, io ho i miei casini…però non mi fido di nessuno come mi fido di lui. Ho la certezza che in qualunque ora del giorno o della notte posso chiamarlo, chiedergli di raggiungermi e vedermelo arrivare dopo un po’, anche se stiamo distanti migliaia di chilometri. Beh, certo, magari arriverebbe in ritardo…anche in questo resta coerente alla sua incoerenza! Ecco: forse dopo due ore, ma se ho bisogno di lui Matteo arriva con la sua camminata strana e quello sguardo un po’ mortificato accompagnato da un incerto sorriso che ti regala sempre quando si aspetta un rimprovero. Me lo immaginavo proprio così al suo arrivo, questa mattina. Avevo bisogno del suo sorriso come il cappuccino ne aveva del caffè. Già. Sapevo che sarebbe arrivato con quell’espressione, la stessa dell’ultima volta che ci eravamo visti, ormai due anni fa: la stessa di sempre. La mia. Stavolta però mi ero fatta furba: non volevo aspettarlo per ore in condizioni…tremende! Incontrare Matteo è sempre incredibile: chi è troppo come lui è anche giusto che si faccia desiderare. L’avevo aspettato per centinaia di interminabili minuti: sotto il sole di ferragosto, la pioggia, la neve…ovunque! Così, stavolta, gli avevo detto che lo avrei aspettato dentro. Nella nostra solita caffetteria. E infatti ero là. Al solito posto, all’angolo, davanti alla vetrata. Dicono che in alcuni casi il tempo condizioni l’umore. Forse stavolta ero io a condizionarlo: il cielo piangeva disperato. Alla mia quarta cioccolata, Matteo è arrivato. È entrato con il suo passo particolare e mi ha cercato con lo sguardo. Mi ha intenerita con la sua faccia “mortificata”, quel suo gesto di arruffarsi i troppi capelli(che fa sempre quando è imbarazzato). E, così, non ha avuto bisogno di chiedermi scusa per il ritardo. Io e lui parliamo per ore con gli occhi negli occhi. In silenzio. E in silenzio stamattina mi ha dato un bacio. Si è tolto il giaccone e ha assaporato piano piano la cioccolata. Con una mano stringeva la tazza e con l’altra stringeva la mia. Ogni tanto si fregava le mani per il freddo, ma uno come Matteo non è mai freddo. La sua mano era calda. Nella mia. Era un po’ assonnato. Però il suo sguardo non era quello di sempre, non era in coma perché la notte, quella prima come tutte le altre, chissà dove diavolo l’aveva passata. Matteo era triste. Magari già sapeva quello che dovevo chiedergli. Forse lo sapeva dalla sera prima, da quando lo avevo chiamato al cellulare, o forse lo sapeva da quel pomeriggio d’agosto di due anni fa quando ero dovuta scappare e avevo dovuto lasciarlo sotto la palma con il broncio. Non mi chiedeva niente. Mi guardava e capiva. Dopo poco ha deciso per me, come sempre e, venendo dietro di me, ha scostato la sedia e mi ha aiutata ad indossare il cappotto. Poi si è messo il suo di giaccone. Matteo ha pagato le mie quattro cioccolate e siamo usciti dalla nostra caffetteria. Nella pioggia.

(...)







😱

 😱Chi ostenta paventa.

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sabato 18 febbraio 2023

😄

Perché le persone non sorridono più?

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🤙

🤙No "normale" non è il mio aggettivo: sì avete ragione, tenetevelo pure.

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venerdì 17 febbraio 2023

🤍

🤍E continuerò a preferire i buoni ai "fenomeni" perché sono loro i veri fenomeni.

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giovedì 16 febbraio 2023

🍟

 🍟Chissà perché il fritto nell'aria mi mette sempre allegria... 🍃

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mercoledì 15 febbraio 2023

🤔

🤔Voi vi riconoscete sempre quando vi guardate di colpo allo specchio?

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martedì 14 febbraio 2023

🛏️

 🛌Oggi la voglia di restare sotto il piumone è irresistibile.

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lunedì 13 febbraio 2023

💪

Lunedì: che sia quello giusto.

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domenica 12 febbraio 2023

🎶

🎶Se qualcuno ti dedica la sua musica, non puoi davvero chiedere di più.

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Incipit dal mio romanzo "Quando gli angeli volano all'in giù"

 

Quando sono nato

Quando sono nato nessuno mi guardava: mia madre piangeva disperata, afferrava con le unghie le lenzuola, si contorceva maledicendo mio padre per quello che le aveva fatto, cioè... “io” ; mio padre andava su e giù per la stanzetta triste di quell'ospedale sporco e un po' guardava per terra, un po' il soffitto giusto quando imprecava; la nonna parlava, parlava, soffocando con il suo fastidioso dialetto le lacrime della mamma, le bestemmie di papà e non capiva che con tutte le sue chiacchiere non avrebbe sistemato un bel niente, avrebbe semplicemente procurato l'ennesima emicrania alle infermiere che se ne stavano sbalordite nel corridoio ad assistere a quello che avrebbe dovuto essere il mio primo dolce, tenero e commovente abbraccio alla mamma( già... “tenero”! Già... “commovente”... beh, in effetti di lacrime ce n'erano... ma non di gioia); mio nonno se ne stava zitto zitto con gli occhi fermi sulla spalliera di ferro del letto, i suoi occhi neri erano rossi quel giorno, il giorno in cui sono nato, terrorizzati non so da cosa o, meglio, allora non lo sapevo ma adesso posso dire con certezza che fosse spaventato a morte da me, dalla mia nascita, dai miei primi vagiti però, anche in questo momento, continuo a chiedermi come mai il suo terrore fosse esploso tutto proprio quel giorno e perché non lo avesse vomitato durante i nove mesi della mia permanenza nella pancia della mamma.

Ah, la pancia della mamma! Ora la ricordo con un fortissimo e dolorosissimo senso di nostalgia... là dentro era tutto sicuro, mi sentivo protetto e devo ammettere che, una volta uscito di lì, nessun posto mi avrebbe dato mai tutta quella pace per ben nove mesi di seguito! Eppure io le vedevo le cose da là dentro, lo capivo quello che succedeva: ascoltavo sempre tanta gente riunita, a tavola magari, che si sorrideva felice, che rideva di gusto, solamente qualche rimprovero per i miei frattellini ma mai voce alta o cattiva, mai discussioni, litigate... In nove mesi era come se tutte quelle bocche felici, serene, covassero il disprezzo, l'inquietudine e la guerra che sarebbe esplosa, come un botto di Capodanno, proprio al momento della mia nascita. Fortunato non lo sono stato, questo è sicuro, ma ho imparato tante cose subito e in poco tempo. Ho imparato, per esempio, che spesso gli adulti ridono quando vogliono piangere ma se piangono raramente avevano intenzione di ridere e ho imparato pure che, fino a quando non si scontrano con gli “ostacoli”, i “pericoli”, gli adulti camminano, parlano, fanno finta di niente eppure lo sanno che l'ostacolo di lì a poco ci sarà, nel mio caso dovrei dire “nascerà”, ma si ostinano in ogni modo a rimandare il problema, a ritardare la discussione tra un sorriso di carta e una parola di gomma. Lì, da dentro la pancia della mamma, la vedevo la gente sorridere, era tutta un' esplosione di risatine, di carezze: mio padre si occupava di mia madre, del suo pancione, con una premura che non avrei mai più conosciuto, tutti le si rivolgevano con delicatezza e lei non poteva che ricambiare quelle affettuosità con un tono languido, carezzevole che, manco a dirlo, io non avrei mai ascoltato “dal vivo”.

Io non ero io, già da allora ero il “suo pancione” ma non lo avevo ancora capito e proprio perché ero il “suo pancione” e non un essere umano in procinto di nascere, venivo servito di ogni cura possibile: avrò incontrato, in nove mesi, almeno un dottore al giorno, ero al caldo se la temperatura scendeva di un minimo, prendevo aria se il clima era appena appena più torrido, carezze, paroline dolci, battutine, libricini colorati, giocattoli lisci, pelosi, di gomma... erano tutti per … no, non per me ma per “lui”, il “suo pancione”. Raramente in quei nove mesi mia madre beveva quella che era la sua bevanda “da colazione”, la birra, o ingeriva quelle sostanze che avrei imparato a conoscere, ahimè, molto bene e che mi divertivano per i loro colori e per gli effetti febbricitanti che davano a me, perché gli effetti che invece davano alla mamma non mi piacevano affatto...

E adesso? Proprio nel momento in cui venivo alla luce, che fine avevano fatto la serenità, la gioia, le risate, le parole calme? Boh! Non c'è che dire: una bella e calorosa accoglienza. La quiete era finita, la tempesta iniziava a montare pericolosamente ed io, dal canto mio, cominciavo a capire molte cose, molte di più di quelle che capiscono le persone che non soffrono, iniziavo a diventare molto più grande ogni secondo e, allora, proprio per quell'unico e primo giorno di vita decisi di fare sciopero, di dare un bello schiaffo morale a chi non si accorgeva nemmeno della mia presenza: durante quel primo giorno di vita, IO non piansi.

🕸️

🕸️Quel giorno il tempo si è fermato e ancora le ragnatele rinascono e mi incastrano.

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sabato 11 febbraio 2023

🏃‍♂️

🏃‍♂️Ma che vi correte? Voi lo sapete davvero dove andare?

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venerdì 10 febbraio 2023

🛋️

 🛋️Ti metti comodo... e ti devi alzare.

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giovedì 9 febbraio 2023

💭

💭Dire tanto non è esagerare ma capire che il tempo per dire può finire.

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mercoledì 8 febbraio 2023

😒

😒Mi ritrovo a sentirmi dire di tutto perché, io, sussurro.

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martedì 7 febbraio 2023

👁️

👁️Provo a guardare ma riesco solo a vedere,

provo a sentire ma riesco solo ad ascoltare.

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📕

Pavese continua a bussare alla mia mente...

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😑

😑E mentre tu le soffi le parole nella vita degli altri, loro te le scaraventano addosso.

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lunedì 6 febbraio 2023

🍦

🍦Con tutto il freddo che ho preso oggi potrei aprirci una gelateria...🤣

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✏️

 ✏️A scuola non ero brava a cancellare con la gomma e adesso non so cancellare con la mente.

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domenica 5 febbraio 2023

Dal mio romanzo "La Vedova" (cap.10)

 (...)

Le persone ti dicono tante cose, cercano, chi più chi meno, a modo loro, di darti qualche consiglio... ma sei tu che devi partire.

E allora ti alzi, più per fare qualcosa che altro, più per inerzia ti muovi, rientri nel meccanismo sadico ed estenuante della vita: una cosa alla volta, ogni gesto della routine che pesa come un macigno perché senti che non ha più senso, perché arrivare alla fine di una giornata di lavoro massacrante non ha senso se non puoi vedere i suoi occhi e perderti nel suo abbraccio. Ma ti rimuovi, accendi la televisione: è rimasto tutto uguale nel mondo degli altri... ingoi un cioccolatino ma pioviggina comunque. Sempre. Ovunque. Schizzichea sì.

(...)



🙃

🙃Se ti vedono sicuro sei arrogante,

🙃Se ti vedono insicuro sei "deficiente".

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sabato 4 febbraio 2023

🤝

🤝È stato così difficile tenerti,

è stato così facile slacciarti.

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💥

💥Implodere o esplodere? Questo è il dilemma... 🙄

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❄️

❄️Il fatto è che se non senti freddo, ma freddo davvero, non puoi apprezzare il caldo.

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venerdì 3 febbraio 2023

🎵

🎵"Vita spericolata" compie 40 anni: wow la mia età!🎵

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📚

📚📚📚L'unica cosa che sniffo sono le pagine croccanti dei libri.


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giovedì 2 febbraio 2023

👣

 👣Se lasci passare qualcuno, ti schiaccia i piedi.


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🤍

Solo se tutto questo mi porterà da te ne sarà valsa la pena.

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mercoledì 1 febbraio 2023

🧳

🧳E sentirsi ospite della propria vita.

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