Ho trent'anni e sono una bambocciona. Inutile dire, se
ve ne fosse motivo, che non mi diverto ad esserlo e che non mi
sono mai divertita in questi cinque lunghissimi anni trascorsi da
quando ho conseguito la mia tanto agognata laurea specialistica in
Filologia Moderna. Quasi tutti i giorni, anzi proprio tutti i santi
giorni, mi chiedo a che cosa sia servito laurearsi nei tempi giusti e
non passare invece qualche altro anno a trastullarsi in facoltà con
i compagni di corso e le amate letture in biblioteca! E se lo dici a
qualcuno ti risponde:
-Eh certo! Ti sei laureata in Lettere! Dovevi laurearti
in qualcosa di più attuale e che ti permettesse di avere un
posto da milioni di euro per comprarti il SUV!
Io invece sono STUF! Laurearsi in Lettere non è
attuale? Ma se non si riesce a comunicare più proprio perché
la gente parla e scrive lo “gnugnù” ed è ignorante tanto
che non legge mai niente se non il copione del talent, dello show del
momento che la renderà bella, amata e ricca (o bello, amato e ricco)
mentre si agita sullo sgabello, con la dizione che avrebbe un
formaggino se riuscisse a parlare e grattandosi il quarto piercing
sulla lingua perché si è attaccato alla gomma americana?
E va bene ma, tralasciando la passione per ciò
che si studia, che ormai pure quella è diventata un optional
sottopagato, oggi ti dicono che ci sono troppi laureati e
domani che ce ne sono pochi... a chi credere?
Ma “loro”, quelli bravi, che parlano di bamboccioni
indistintamente, senza preoccupazioni, facendo di tutta l'erba un
fascio, credo proprio che se la siano fumata questa cavolo di erba
prima di dire una ca... del genere. È divertente secondo loro
dividere ancora il bagno con mamma, papà e fratello? Ma è
divertente soprattutto reggere lo sguardo di tua mamma che per tanti
anni ti ha vista studiare e faticare e ora ti guarda con gli occhi
che dicono: “Mia figlia è una fallita”, mentre gironzoli
per casa con la tuta e senza nemmeno lavarti perché tanto è
inutile, perché da mesi non hai più avuto un colloquio se non
quello per la fare la venditrice porta-a-porta? No, non quello della
televisione, è ovvio! (E, a proposito, mi chiedo: nell'era di
Internet, del tutto e subito e dei trecentoquarantanovemila
supermercati nel raggio di un metro, che cacchio ci mandano ancora a
vendere porta-a-porta? E, soprattutto, se vendono, perché non ti
pagano??? Mah! “Roba da matti” direbbe mio nonno se ci
fosse ancora ma, un po' come il lavoro, anche lui non c'è più, però
questa è un'altra storia...forse).
Eh
già già perché “I laureati sono
presuntuosi”
(così
diceva l'altro giorno una conduttrice piena di soldi e di successo
piovutole dal cielo per Dio solo sa quale motivo e che se non fosse
per il suo enorme posteriore ora starebbe a fare Dio solo sa cosa, la
quale “donna” si lamenta pure se nel suo studio televisivo fa un
attimino troppo caldo o un pochettino troppo freddo), “non
si accontentano dei lavori umili e, pensare, vogliono sapere se
verranno pagati!”
No cara befana, vorrebbero sapere se, dopo che hanno sgobbato gratis
per un mese, alla fine vedranno un soldo e un' esile certezza
di...qualcosa, qualsiasi cosa.
Io presuntuosa o schizzinosa? In cinque anni di
disoccupazione ho fatto di tutto! Pensate proprio dopo la
laurea, carica di feroce superbia, ho cucinato dolci per dei
bar pagata quanto voi pagate per comprare uno stecchino (sì, avete
capito bene, non una scatola: uno stecchino solo); ho dato
ripetizioni a miliardari che, nel momento in cui dovevano
darmi due spiccioli, se ne uscivano col fatto che avevano perso quasi
tutti i loro averi nell'utilissimo acquisto del cellulare per il
figlio che andava consolato perché se prendeva brutti voti e metteva
fuoco alla scuola, la colpa era dei professori, della scuola, delle
istituzioni, del presidente della repubblica, mia, ma non certo del
povero pargolo smarrito; ho fatto il classico stage da nove
ore minimo al giorno completo di miliardi di insulti gratuiti anche
in pausa pranzo e con il rischio di beccarsi tante belle malattie; ho
ascoltato parlare, nei vari corsi di formazione illustri
insegnanti che mi hanno spiegato dottamente che l'acqua è fredda
perché è fredda ed è calda perché è calda; ho ancora le vesciche
sotto i piedi per quanto ho camminato per portare il curriculum
in supermercati, cartolerie, negozi, agenzie interinali, uffici e
quanti altri per i quali avevo sempre qualcosa che non andava e a
volte avevano anche la buona grazia di dirmelo con la stessa classe
che può avere un elefante mentre pattina sul ghiaccio; ho speso
soldi e tantissimo tempo nell'invio di curricula cartacei e non, e
credo che oramai tutti in Italia ce l'abbiano e lo abbiano messo
sotto l'immancabile tavolino che traballa. Certo, non posso fare il
manovale ma peso poco e non ho forza: mi va rimproverato di essere
presuntuosa perché non ho mai speso il tempo a farmi i muscoli in
palestra ma perché il mio tempo l'ho passato tutto sui libri? E se
mai riuscissi a permettermi di fare un figlio quando le mie
condizioni saranno ormai alla soglia della possibilità, data l'età
avanzata, che cosa gli dirò? “Fai quello che ti piace” o
dovrò dirgli di andare prima a chiedere in televisione o al Centro
per l'impiego e di iniziare a fare il lavoro per cui c'è più
richiesta? ( E lasciamo perdere pure quelli del Centro...!) Vorrei
semplicemente un lavoro come segretaria, impiegatina, qualsiasi cosa,
magari in un'agenzia pubblicitaria, un museo, in una casa editrice,
ovunque, con uno straccio di contratto e 700 euro al mese... è
troppo da spocchiosa? Magari lo sarà questo mio sfogo, ma sono stata
zitta tanto e non mi ha portato a nulla: tanto vale parlare! Anzi, in
virtù del fatto che sono educata e non trucido la gente con lo
sguardo che il serial killer ormai sgamato riserva al poliziotto figo
di turno, sono sempre stata tacciata di essere “troppo
tranquilla” e tutti, per tali motivi, si sentono nella
posizione di potermi dimostrare la loro superiorità passandomi
ripetutamente sopra neanche fossi il “tappetino” del fachiro.
Ma se bambocciona lo sono adesso, ahimè, in fondo, lo
sono sempre stata e pure parecchio perché anche quando andavo al
liceo ai professori non ero simpatica né perché avevo
talmente tanti soldi da poter andare in vacanza alle Maldive a
fine quadrimestre ma rimanevo come una tonta in classe a farmi
interrogare, né gli ero simpatica perché avevo lo charme e la
simpatia giusta per occupare dieci minuti dell'interrogazione per
dire che le quattro Catilinarie sono la prima, la seconda, la terza e
la quarta CATILINARIA...azz!
Il mondo va al rovescio e la cosa più triste è
che, elezioni o non, non vedo luce nel mio futuro, non vedo rimedio e
sapere che tanti altri si trovano nella mia stessa situazione non mi
dà più coraggio ma la voglia di mollare. Tutto.